Recorded, mixed and mastered on February 1 and 2, 2019,
at Artesuono Recording Studios, Cavalicco (Udine), by Stefano Amerio.
A sei anni da «Blue Africa», Claudio Cojaniz e Franco Feruglio sono
tornati “sul luogo del delitto”, nello studio di Stefano Amerio, per
registrare un nuovo album in duo. Più che il secondo episodio di un
“sequel” di successo (lo ricorda anche la foto del retrocopertina), «Blue Question» si presenta la logica evoluzione di quel lavoro, perché passare dall’Africa al blues è cosa assai naturale. Ma i sei anni trascorsi non son pochi: Cojaniz soprattutto, pur rimanendo fedele alla propria visione musicale, ha dato varie e convincenti prove della sua raggiunta piena maturità artistica, sia al piano solo che con il suo quartetto Second Time. Come scrive Vincenzo Fugaldi nelle note di copertina del disco, Franco Feruglio, oltre che contrabbassista sopraffino, è “… compagno perfetto per un’avventura musicale che trascorre da intense melodie colme di passione e nostalgia (Notre Maison Verte, Amis) a brani caratterizzati da un’atmosfera crepuscolare (l’articolato Le Rois de la nuit, con l’archetto di Feruglio in primo piano), dai “vamp” semi kentoniani di Cracking, a ballate dai toni blues (Insomnia, Blue Question, H Blues). Il blues, insomma, come tema di fondo di un disco, ancora una volta, bello e necessario.”. Il blues e l’Africa, Thelonious Monk e Abdullah Ibrahim sono solo due facce della stessa medaglia, che una profonda cultura classica contribuisce a rendere gioiello prezioso e lucente. Ci serviamo ancora delle parole di Fugaldi per spiegare la ragione del sottotitolo (for M & M) dell’album. “La musica è, per alcuni artisti, oltre che una forma di espressione, uno strumento per creare legami. Legami con sé stessi, con il proprio vissuto, con la propria storia artistica e umana. E legami con chi li segue da ascoltatore, da critico o da organizzatore di concerti e festival. Questa tensione verso un rapporto con gli altri è sempre presente nella musica di Claudio Cojaniz, musicista che è solito, su disco e in concerto, donare di sé quanto più è possibile, consegnare agli altri la chiave del suo mondo interiore, profondamente lirico, aperto, empatico…Qui il pianista rende omaggio a due cari amici scomparsi, Maurizio Calcaterra e Mario Multari, appassionati organizzatori di rassegne jazz in terra di Calabria in seno all’associazione Il Jazz. A loro dedica l’intero disco e anche la composizione intitolata Amis (pour M&M)”
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