Apprezzato didatta – dal 1991 dirige a Vicenza la scuola di musica Thelonious – Michele Calgaro è qui alla seconda prova da unico leader, a quattro anni da «Round about Monk», pubblicato sempre dalla nostra etichetta. In verità qualche tempo prima aveva condiviso la paternità di un altro disco con il sassofonista canadese Robert Bonisolo, «The Edge», registrato in quartetto con l’aggiunta in alcuni brani di Paolo Fresu. Bonisolo, con cui Calgaro suona quindi ormai abitualmente da quasi vent’anni, é presente anche in questo «Progressions», album arricchito peraltro dalla presenza di un prestigioso ospite, Alex Sipiagin, trombettista russo che dal 1992 s’è trasferito stabilmente negli Stati Uniti, diventando presto uno degli assoluti protagonisti della scena jazzistica newyorkese. Il quintetto di Calgaro, completato da un altro dei suoi collaudati partner, il prezioso batterista Mauro Beggio, vede invece dividersi nel ruolo di contrabbassista il fratello di Michele, Lorenzo, e l’americano Marc Abrams che, come ed ancor più di Bonisolo, può venir considerato ormai italiano a tutti gli effetti. A differenza dell’incisione precedente, interamente dedicata a Thelonious Monk, qui Michele Calgaro si mette alla prova anche come compositore, dimostrando d’aver ormai acquisito uno stile decisamente personale, che sa essere poetico e riflessivo (nella dolce ballad Monadi, firmata da Lorenzo, così come in Mari Land, che parte con il solo trio e poi vede aggiungersi il sax di Bonisolo ed il flicorno di Sipiagin), ma all’occorrenza anche giustamente stringente ed aggressivo (nella modale Progression e nell’incalzante incedere di Love is this thing called “What?”). Non è un caso che l’unico standard presente nell’album – arrangiato peraltro in modo assai originale – sia un brano del “maestro” Horace Silver, l’avvincente e troppo poco eseguito In pursuit of the 27th man. Ma il quintetto di Calgaro sa essere convincente anche nelle due composizioni a tempo medio, peraltro articolate e complesse, come l’ipnotica melodia di Basso Fondo e la scala sospesa di Il valore delle differenze, capaci di pagare un doveroso tributo a Wayne Shorter senza per questo perdere in originalità.
credits
released April 24, 2021
Alex Sipiagin (trumpet, flugelhorn), Robert Bonisolo (tenor sax),
Michele Calgaro (guitars), Lorenzo Calgaro (double bass on 1–2–6–7–9) or Marc Abrams (double bass on 3–4–5–8), Mauro Beggio (drums).
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