Diplomatosi al Conservatorio di Mosca, dov’è nato nel 1972, Yuri Goloubev dal 1992 al 2004 è primo contrabbasso dei Solisti di Mosca diretti da Bashmet, grazie ai quali suona con solisti del calibro di Gidon Kremer, Sviatoslav Richter e Mstislav Rostropovich. Nel 2004 si trasferisce in Italia dedicandosi, con altrettanto successo, alla sua più autentica vocazione, il jazz. Non tarda a farsi notare collaborando con Guido Manusardi e Claudio Fasoli, del cui quartetto è ormai da tempo membro stabile, ma lavora proficuamente in tutta Europa collaborando, fra gli altri, con Klaus Gesing, Gwilym Simcock e Wolfgang Muthspiel. A Londra conosce il batterista israeliano Asaf Sirkis, che diviene uno dei suoi più assidui collaboratori, ma anche il talentuoso sassofonista Julian Argüelles – noto per la sua militanza nella big–band di Carla Bley - entrambi presenti in quest’incisione, che segue di due anni il suo precedente album da leader, «Metafore semplici» (Universal). Completa il trio che Goloubev guida con sapiente autorità il trentenne Claudio Filippini, fra i più personali e promettenti pianisti italiani, originario di Pescara ma da tempo attivo a Roma, dove lavora con Maria Pia De Vito e Giovanni Tommaso. Con questo nuovo disco Goloubev – che nel 2007 aveva pubblicato per la nostra etichetta «Homage a Duke», in duo con Glauco Venier – conferma tutto il suo grande talento non solo di strumentista, ma anche di compositore, dimostrando di saper coniugare mirabilmente i principi della composizione classica studiati in Conservatorio con le forme del jazz, sia mainstream che contemporaneo, sapendo essere però, anche quando la costruzione di un brano potrebbe apparire complessa, sempre fluido, coinvolgente e comunicativo. Ne sono luminosi esempi sia Well seasoned waltz che l’evansiana Love stories el’ipnotica Elmau revisited,eseguite in trio, ma anche la sognante How we were e la quasi “free” Bagatelle #2, in cui si aggiunge il sax soprano di Argüelles. Non si può infine ignorare la “titanica” impresa in cui si è avventurato con successo il musicista russo, che ha superato se stesso registrando da solo, grazie alla tecnica della sovra incisione (tutte le parti sono eseguite con l’archetto), Titanic on the bike, il cui avvincente crescendo orchestrale non è distante dallo stile compositivo di Nyman e che diventa, nel titolo dell’album, «Titanic for a bike».
credits
released April 24, 2021
Claudio Filippini (piano),
Yuri Goloubev (double bass),
Asaf Sirkis (drums).
Special guest: Julian Argüelles (soprano sax) on n° 2/4/8/9
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supported by 4 fans who also own “Titanic for a Bike”
These are pieces for jazz quartet that wind up having a rather "classical music" feel. I think this is the best release I've heard yet from Mr. Machado.Some tracks are strongly reminiscent of the group Oregon; stylistically, at least. I would recommend this to anyone with a liking for world jazz. sumbuk